Mesi prima di partire avevo fatto un sogno. Mi trovavo in acqua con un gruppo, pronti per immergerci, quando venivamo circondati da un grande branco di delfini; poi uno di loro mi si avvicinava, mi abbracciava e mi portava a tutta velocità in giro per l’oceano, regalandomi una fantastica sensazione di libertà e divertimento. Beh, devo dire che le isole dall’impronunciabile nome di Revillagigedos, più note come Socorro, sono un luogo dove i sogni si realizzano.
Abbiamo infatti davvero nuotato con branchi enormi di delfini e fatto capriole con loro; ci siamo scambiati sguardi che mi piace pensare fossero di simpatia reciproca, ci siamo inteneriti vedendo mamme con il cucciolo e abbiamo riso assistendo ad un accoppiamento. Sono tante le ragioni per le quali i delfini sono così universalmente amati: per la loro intelligenza, il carattere giocoso, il muso sorridente, il canto… io considero la loro caratteristica più affascinante la loro straordinaria solidarietà e capacità di aiutare i propri simili, ma talora anche gli strani bipedi terricoli che si improvvisano acquatici. E mi piace credere che me ne abbiano addirittura offerto una prova. Infatti, dopo uno di questi tuffi esaltanti mi butto di nuovo in acqua per nuotare con il branco intorno alla barca . Vedo una manta gigante che volteggia placida a un metro dalla superficie e incomincio a seguirla, senza accorgermi di essermi allontanata molto. Di colpo mi compare davanti un corpulento squalo seta, che punta minaccioso nella mia direzione: un animale del quale non ho il minimo timore sott’acqua con la bombola, ma che in superficie non è affatto rassicurante. Pur sapendo che potrebbe essere controproducente, oltre che inutile, l’istinto è quello di dirigermi a razzo verso la barca: proprio in quel momento, come in un film di Walt Disney ricompare il gruppo di delfini a circondarmi e proteggermi.. Razionalmente, so che le probabilità che lo squalo decidesse di assaggiare uno strano sushi al neoprene, con tanta abbondanza di prede più appetibili, non erano alte; so anche che i delfini erano già in zona e che certo la loro ricomparsa è stata del tutto casuale. Tuttavia, il cuore si ostina a credere alla versione più romantica del salvataggio, così archiviato fra i ricordi più preziosi.
La crociera non è comunque stata avara di momenti altrettanto spettacolari. Da El Canyon all’Isla San Benedicto, dove enormi formazioni di flessuosi squali martello stipano il nostro orizzonte visivo, si continua all’Isla Socorro, con le gigantesche mante che sembrano divertirsi con le bolle e si fanno docilmente avvicinare, per arrivare a uno dei più straordinari punti di immersione del mondo, la magica Roca Partida. Tutte le isole che compongono l’arcipelago sono costituite dalla parte emersa di vulcani sottomarini, le cui pareti aride, dai colori variegati di lava di diversa composizione, donano a ciascuna una selvaggia, peculiare bellezza; ma Roca Partida, minuscolo scoglio biforcuto, rifugio di sule e fregate che ne ricoprono la sommità di guano dal biancore abbacinante, è luogo di fascino irresistibile sia sopra che sotto la superficie del mare. Le ripide pareti, praticamente prive di coralli e vegetazione, presentano anfratti chedanno rifugio a incalcolabili quantità di murene e pinna bianca, spesso in coabitazione; poco distanti si aggirano enormi squali Galapagos, silvertips e qualche seta, mentre nel blu è pressoché costante l’avvistamento di martello, oltre ai più massivi branchi di tonni, carangidi e “bonitos” (sorta di piccoli tonnetti iridescenti) che si possano immaginare. E mi convinco che se il gigante degli oceani, il dolce squalo balena, non è voluto passare a salutarci, forse è stato proprio per lasciarci un’altra sorpresa in occasione del prossimo viaggio alle stupefacenti Revillagigedos….