Mi sono imbarcata per la crociera alle isole Similan senza grandi aspettative. La Thailandia non è considerata fra le destinazioni subacquee più spettacolari e avevo semplicemente voglia di mettere un po’ la testa sott’acqua per spezzare l’inverno italiano. In effetti, non è un paradiso per la macrofotografia, né un posto dove incontrare grandi pelagici, mentre i coralli hanno subito un grosso sbiancamento con l’ultimo passaggio di El Niño, una decina di anni fa.
Per fortuna però spesso la realtà smentisce i nostri pregiudizi e la mia sorpresa è grande appena mi immergo nelle sue calde, placide acque.
Il parco delle isole Similan è composto da nove isolotti rocciosi, coperti di fitta vegetazione, in gran parte disabitati. Il paesaggio, se non si osserva troppo da vicino, ricorda certi tratti della costa sarda, anche per il colore e la trasparenza dell’acqua, e questa somiglianza si mantiene anche sotto il livello del mare, dove i grandi blocchi granitici mi fanno quasi sentire nella “mia” Villasimius.
Le analogie però finiscono qui, perché flora e fauna sono un’esplosione di colori tropicali: gorgonie lussureggianti, alcionari, spugne e crinoidi, coralli duri e in mezzo branchi enormi di azzannatori, carangidi, tonni, barracuda e cernie giganti. La vita di barriera è straordinaria e testimonia di un mare in ottima salute; nuvole di glass fish insieme a pesci angelo, bandiera, pappagallo, chirurgo, murene e polpi ovunque. Sono contenta di aver portato solo la fotocamera compatta e non avere il dilemma della scelta dell’obiettivo, perché mi capita di fotografare mante e nudibranchi nello stesso tuffo.
Meravigliose e piene di attività anche le notturne, che di solito trovo piuttosto noiose, mentre qui, soprattutto grazie alla passione della mia guida Frédéric, riesco ogni volta a scovare bizzarre creature.
Richelieu Rock è invece un reef sommerso a forma di mezzaluna; è considerato il miglior sito di immersione della Thailandia e in effetti mi pare che la sua fama sia meritata. Coralli duri e molli di infinite sfumature fanno da sfondo ai soliti enormi branchi di pesce di barriera, a cavallucci marini, scorpion fish, seppie e gamberetti di ogni tipo.
Unico neo di entrambi i luoghi è la visibilità imprevedibile, a volte ottima a volte molto ridotta, il che può limitare la spettacolarità dell’ambiente.
La barca è un suggestivo veliero interamente in legno, lento ma sufficiente per le brevi distanze di navigazione; uno dei valori aggiunti della crociera è la straordinaria cucina thailandese, che si apprezza soprattutto nelle cene a lume di lanterna sul ponte superiore.
Certo non è il luogo che offre l’adrenalina dei grandi incontri, ma questa volta apprezzo davvero una settimana rilassante di facili immersioni in un mare pieno di vita e colore.